Ci avviamo verso la fine del mese di ottobre, e come sempre da qualche anno a questa parte si mette in moto la variegata macchina di Halloween, termine che in inglese – nella sua variante scozzese – significa ‘vigilia di tutti gli spiriti sacri’.
È una ricorrenza che viene onorata in tanti paesi: in Italia si celebrano tutti i santi il 1° novembre, mentre il giorno successivo è dedicato ai morti; in Messico ‘el dia de los muertos’ vede una massiccia partecipazione fatta di maschere, trucchi, abiti e parate; nel mondo anglosassone è diventato una sorta di carnevale dove il tema conduttore è la morte, il gotico e qualsiasi altro soggetto ‘oscuro’.
Quest’ultima versione è diventata dominante e si è diffusa un po’ ovunque, come tutti quei fenomeni che dagli States hanno acquistato una valenza commerciale anche altrove. Per ciò l’argomento è regolarmente preso di mira da vari tipi di purismo, denunciandolo come qualcosa che non appartiene nello specifico alle tradizioni del nostro paese. Non vogliamo qui dissertare di quanto in fondo nulla sia esente dalle contaminazioni nel corso delle epoche, e di quanto ciò che viene ritenuto una specificità italiana ora possa in realtà fare riferimento a qualcosa di totalmente estraneo alla nostra penisola nel passato.
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